"Questa terra che viene galloppando dall'Asia
E raggiunge il Mediterraneo come la testa di una cavalla
è nostra
E raggiunge il Mediterraneo come la testa di una cavalla
è nostra
Polsi nel sangue, denti stretti, piedi nudi
E questa terra che assomiglia a un tappetto di seta
Questo inferno,
questo paradiso,
sono nostri
Chiudiamo queste porte aliene
che non verranno riaperte!
Aboliamo la schiavitù per sempre!
Questo invito
è nostro
Vivere come un albero,
libero e pacifico
E come una foresta in solidarietà!
Questo desiderio
è nostro"
E questa terra che assomiglia a un tappetto di seta
Questo inferno,
questo paradiso,
sono nostri
Chiudiamo queste porte aliene
che non verranno riaperte!
Aboliamo la schiavitù per sempre!
Questo invito
è nostro
Vivere come un albero,
libero e pacifico
E come una foresta in solidarietà!
Questo desiderio
è nostro"
Diceva il grande poeta socialista Nâzım Hikmet durante gli anni della lotta. Avevamo una repubblica giovane che aveva salvato un paese dalle catene della teocrazia islamica e dalla dominazione imperialistica dei grandi poteri dell'epoca come la Gran Bretagna e la Francia. Eravamo poveri ma sopratutto, eravamo in possesso di un gioiello d'incalcolabile valore, l'indipendenza.
Ahimè, però, non potevamo rispondere una domanda semplice che oggi ci insedia come un incubo sanguinoso: "Chi siamo noi?"
Ecco il problema principale dei figli della guerra civile.
Io conosco questa situazione abbastanza bene perchè sono di Turchia e un figlio di una guerra civile, proprio come i miei fratelli coreani, irlandesi, libanesi e tutti gli altri che "sono colpiti dagli zombie nelle loro teste".
E' troppo difficile però, evitare gli zombie come nella canzone dei Cranberries. Quando l'aggressore spara per la prima volta, la società si divide in almeno due identità. In alcuni casi le identità sono religiose, come nel caso dell'Irlanda, o ideologiche, come nel caso della Corea e della Libia. Il nostro caso, però, è il caso più pericoloso nella mia opininone; perchè noi abbiamo un conflitto fra etnie.
E a questo punto risaliamo alla prima domanda: "Chi siamo noi?"
Il nostro grande eroe nazionale e il fondatore della Prima Repubblica di Turchia, Mustafa Kemal aveva dato una risposta abbastanza precisa: "Si chiama la nazione turca tutte le genti che hanno fondato la Repubblica." .
Se guardiamo la risposta sociologica incontriamo la definizione: "Una nazione è una società che consiste delle persone e dei popoli che si condividono dei valori culturali e hanno una storia e uno scopo in comune." .
Allora abbiamo una nuova domanda: "Chi sono queste persone o questi popoli?"
Se osserviamo la Guerra di Indipendenza, la risposta è semplice: Il popolo turcomano, il popolo curdo e il popolo cirasso avevano combattuto insieme contro i poteri imperialistici e avevano fondato un nuovo stato laico e democratico guidati dai rivoluzionari che li avevano guidati anche nella guerra, quindi erano una nazione.
Quindi, vari popoli che erano vissuti sulla stessa terra, che si condividevano dei valori culturali si erano uniti per un unico scopo, quello di liberarsi dalla crudeltà degli imperialisti.
A questo punto si chiede: "Che cosa è cambiata?"
Possiamo cominciare con la fine della Prima Repubblica con il colpo di stato del 1980 ma prima, devo chiarire lo sfondo del colpo di stato e il problema sociale.
Essendo un rivoluzionario nazionale, Mustafa Kemal aveva provato durante la sua presidenza a distruggere totalmente la struttura feudale delle regioni populate dai curdi.
Per questo motivo, aveva preparato una riforma agraria nei suoi ultimi anni ma non aveva potuto realizzarla perché doveva reprimere le ribellioni di carattere feudale nelle stesse regioni.
Dopo sua morte, però, il suo successore, il cosidetto "Capo Nazionale" İsmet İnönü lascia la politica del suo predecessore contro i signori feudali (per concentrarsi sulla WWII) e prova a raggiungere un accordo con essi. Questa nuova politica di İnönü viene ripresa dai suoi successori Celal Bayar, il primo presidente liberale e Adnan Menderes, il primo primo ministro di destra (e sfortunatamente un mio compatriota), e poi da altri uomini di potere.
Nel 1968, cioè l'anno glorioso delle forze di sinistra in tutto il mondo, i giovani universitari che sono legati al Partito dei Lavoratori di Turchia (TİP) e alla Federazione dei Gruppi Ideologici (FKF) avevano ripreso la questione curda ed avevano cominciato un nuovo movimento anti-feudale per la libertà del popolo curdo, un socio principale della rivoluzione del 1922.
Questa nuova tendenza per rifornire l'unità aveva dominato la sinistra turca per un decennio e si era riflessa anche sulla lotta del popolo curdo che cercava di liberarsi dell'oscurità e dell'oppressione della classe feudale.
Nella mezzanotte del 12 Settembre 1980, però, tutta questa lotta è stata soffocata e un regime fascista dominata da una giunta militare ha preso il potere.
Questo regime ha portato con sè una nuova costituzione che proibiva il diritto di organizzarsi, gli scioperi, e le dialette curde, distruggendo effettivamente la Prima Repubblica.
Con migliaia di socialisti imprigionati e torturati, la sinistra era in una situazione di decadimento.
A quel punto è salito al potere il PKK, che era un'organizzazione paramilitare fondata per l'unico scopo di distruggere la lotta della sinistra per rifornire l'unità dei popoli di Asia Minore.
Dalla sua fondazione nel 1978 fino al colpo di stato nel 1980, il PKK aveva massacrato 20 membri del Partito dei Lavoratori e dei Contadini di Turchia (TİKP) e 5 membri della Via Rivoluzionaria (Dev-Yol) per diventare l'unica organizzazione cosidetta "rivoluzionaria" nelle regioni orientali.
Dopo il 1980, il PKK era diventato ancora più potente siccome tanti intellettuali di sinistra avevano cominciato a fidarsi in esso.
Nonostante questa fede, il PKK si è alleato con i signori feudali e ha iniziato una guerra etnica "de jure" contro lo stato.
Però, questa guerra è sempre stata "de jure" proprio perché entrambi le parti sono sempre state i sudditi dello stesso oppressore.
Perciò i giovani del mio paese, i miei compatrioti, i miei fratelli e le mie sorelle sono morti e continuano a morire in una guerra sporca, per un progetto disegnato nell'oltremare.
Quelli che sono morti da entrambi le parti erano i figli dei lavoratori, dei contadini e dei disoccupati, cioè i figli del 99% della popolazione. Questo fatto mostra ampiamente che gli unici che approfittano di questa guerra sono gli oligarchi e i venditori di armi e nessun altro.
Oggi, il 29 Ottobre, è l'anniversario della fondazione della Prima Repubblica e abbiamo perso due cittadini alla guerra civile. Per di più il nostro governo ha deciso di non lodarla per la prima volta nella storia. Questa festa non è soltanto una festa da festeggiare, questa festa è una festa che consolida la nostra unità, quindi non lodarla è una vizia principale se parliamo della nostra esistenza come una nazione.
Considerando tutti questi fatti terribili, possiamo dire che la Turchia ha una speranza?
Certo che sì!
Come diceva una nostra intellettuale rivoluzionaria: "Il momento più oscuro della notte è il momento più vicino alla mattina".
Dobbiamo lottare per la pace finché vediamo il Sole!
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